Certo eleggibili. Vosawai e C.grubber ha scritto:La federazione l'ha detto esplicitamente, le franchigie servono per la nazionale, pertanto ha sempre parlato di "eleggibili". Stop.
ma ce la meritiamo la Celtic ?
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Laporte
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Re: ma ce la meritiamo la Celtic ?
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Laporte
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Re: ma ce la meritiamo la Celtic ?
Eleggili sono Tanos, irtalianas, ed equiparati.... Controlla un attimo cosa c'è di diverso con formazioen italana....grubber ha scritto:La federazione l'ha detto esplicitamente, le franchigie servono per la nazionale, pertanto ha sempre parlato di "eleggibili". Stop.
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grubber
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Re: ma ce la meritiamo la Celtic ?
Certo. Se se lo merita e se la FIR lo vuole. Quello che non si vuole capire è che la franchigia collaborerà con la federazione.Laporte ha scritto:Certo eleggibili. Vosawai e C.grubber ha scritto:La federazione l'ha detto esplicitamente, le franchigie servono per la nazionale, pertanto ha sempre parlato di "eleggibili". Stop.
(Non so cos'hanno alcuni, qui, contro vosawai: ha la peste bubbonica?)
"Va bene ...stordito ! Appuntamento a Bologna ! 5 azioni in attacco e 5 in difesa a 5 metri dalla linea di meta senza scartare e senza cambi di direzione...dritto per dritto ...chi perde alla fine della serie fuori a vita dal forum ..ce le hai le palle per accettare o scapperai ancora ?...I miei bimbi ...chiedono la tua testa .." (Un simpatico utente del forum)
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DVD
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Re: ma ce la meritiamo la Celtic ?
ma i meridionali come saranno considerati?! visto che ormai in Italia mi sembra che il patriottismo e' a livelli minimi. Come diceva Gaber..."il grido Italia Italia c'e' solo alle partite..."
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Laporte
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Re: ma ce la meritiamo la Celtic ?
Fu la più vergognosa equiparazione di un giocatore alla viglia di un mondiale. Che sviluppo al rugby italiano danbno giocatori così ? Tanto che poi languono, se va bene in nazionale "A".grubber ha scritto:(Non so cos'hanno alcuni, qui, contro vosawai: ha la peste bubbonica?)Laporte ha scritto:Certo eleggibili. Vosawai e C.grubber ha scritto:La federazione l'ha detto esplicitamente, le franchigie servono per la nazionale, pertanto ha sempre parlato di "eleggibili". Stop.
la nazionale ai mondiali non lo uso con profitto (e vista la materia prima non avrebbe potuto), un italiano non potè andare ai mondiali per far spazio a questo polinesiano che se era forte ora era almeno nell NPC (non dico nel S-14 o negli AB's). Unici a giovarne: club e procuratore, avendo ungiocatore di FORMAZIONe ITALIANA in più....
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grubber
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Re: ma ce la meritiamo la Celtic ?
A parte il giudizio diametralmente opposto sul giocatore (cosa c'entrano NPC o Super 14 - in Italia non abbiamo nessuno con le sue caratteristiche), il concetto che si stava discutendo era rivolto alle franchigie.
Volevo dire che dipende da quello che vorrà fare la FIR, visto che le regole le fa lei.
Se vuole puntare esclusivamente sugli italiani di nascita e di formazione o se vorrà limitarsi a rimanere all'interno delle regole della CL.
Il board della CL, oltre alle regole stabilite per tutti, ha richiesto espressamente che le squadre abbiano una connotazione chiaramente italiana, e non credo si riferissero all'immagine di un piatto di spaghetti da mettere sulla maglia.
Adesso, credo, tutti saranno d'accordo che la franchigia di sua iniziativa potrà fare ben poco, per quanto riguarda la nazionalità dei giocatori
Volevo dire che dipende da quello che vorrà fare la FIR, visto che le regole le fa lei.
Se vuole puntare esclusivamente sugli italiani di nascita e di formazione o se vorrà limitarsi a rimanere all'interno delle regole della CL.
Il board della CL, oltre alle regole stabilite per tutti, ha richiesto espressamente che le squadre abbiano una connotazione chiaramente italiana, e non credo si riferissero all'immagine di un piatto di spaghetti da mettere sulla maglia.
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Re: ma ce la meritiamo la Celtic ?
Secondo me di vergognoso c'è solo l'atteggiamento di chi vuole essere più realista del re.Laporte ha scritto:Fu la più vergognosa equiparazione di un giocatore alla viglia di un mondiale. Che sviluppo al rugby italiano danbno giocatori così ? Tanto che poi languono, se va bene in nazionale "A".grubber ha scritto:(Non so cos'hanno alcuni, qui, contro vosawai: ha la peste bubbonica?)Laporte ha scritto:Certo eleggibili. Vosawai e C.grubber ha scritto:La federazione l'ha detto esplicitamente, le franchigie servono per la nazionale, pertanto ha sempre parlato di "eleggibili". Stop.
la nazionale ai mondiali non lo uso con profitto (e vista la materia prima non avrebbe potuto), un italiano non potè andare ai mondiali per far spazio a questo polinesiano che se era forte ora era almeno nell NPC (non dico nel S-14 o negli AB's). Unici a giovarne: club e procuratore, avendo ungiocatore di FORMAZIONe ITALIANA in più....
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Ci sono Gigabyte di interventi su questo argomento, il concetto deve essere: Ci sono delle regole? Le rispettiamo.E all'interno delle regole si fa il meglio per vincere le partite, visto che si tratta di un campionato professionistico e non di una sfilata di mucche di razza. Punto. Il resto è ginnastica per le dita (sulla tastiera, intendo).
Quo usque tandem abutere,Catilina, patientia nostra.........
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JosephK.
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Re: ma ce la meritiamo la Celtic ?
Comunque, continuando con l'OT, al di là di cosa ognuno pensi di equiparati e co. Wosavay è il nostro attuale secondo miglior numero 8. Non è che nel ruolo abbiamo miliardi di giocatori di "formazione italiana" da nazionale (Zanni spostato di ruolo?).
"Volevo che tu imparassi una cosa: volevo che tu vedessi che cosa è il vero coraggio, tu che credi che sia rappresentato da un uomo col fucile in mano. Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare fino in fondo, qualsiasi cosa accada. E' raro vincere in questi casi, ma qualche volta succede" (Il Buio oltre la siepe).
Metti una sera con gli amici del bar e capisci quanto è importante... la cultura del rugby.
Entrare al bar per condividere, non per dividere (Il sommo Beppone).
Nex time... Good Game... Nice try... Seh seh avemo capito...
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luna1984
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Re: ma ce la meritiamo la Celtic ?
preso dal corriere della sera:
Troppi oriundi in nazionale? Ma l’azzurro ormai è open
Lo sport italiano vince anche grazie ai naturalizzati
Nazionalizzazione dell'Oriundo di Aldo Grasso LE IMMAGINI
SERIE A 2009-2010
I risultati
Il calendario
Atalanta Bari Bologna Cagliari Catania Chievo Fiorentina Genoa Inter Juventus Lazio Livorno Milan Napoli Palermo Parma Roma Sampdoria Siena Udinese
MILANO — Dopo l’oriundo è ormai passato anche lo straniero, e la battaglia iniziata da Azeglio Vicini, c.t. azzurro dall’ 86 al ’91, su Il Riformista , rischia di essere di retroguardia. Il mondo è cambiato e il luogo di nascita conta sempre di meno, e se l’uomo che guidò l’Italia nelle notti magiche dell’estate 1990 può avere ancora nella testa, per banali questioni anagrafiche, i flop calcistici delle nazionali a denominazione d’origine meno controllata di sempre (1958: eliminati in qualificazione dall’Irlanda del Nord, 1962: cacciati al primo turno dopo la storica scazzottata con Cile), va pur detto che l’Italia ha vinto il Mondiale nel ’34 con gli argentini Orsi e Monti e quello di 3 anni fa in Germania con l’altro argentino Camoranesi.
In Sudafrica, tra giugno e luglio, agli ordini di Lippi ci sarà quasi sicuramente Giuseppe Rossi, nato a Teaneck, nel New Jersey, e potrebbero esserci i brasiliani Amauri, da Carapicuíba, e Thiago Motta, da São Bernardo do Campo. Di questi ultimi due Vicini farebbe volentieri a meno, ma sembra più in linea con i tempi Rino Gattuso, che della nazionale, come del Milan, è molto più di un giocatore, quando afferma: «Se anche loro vogliono venire con noi è positivo, vuol dire che l’azzurro piace, attira...».
Sui campi di tutto il mondo e di tutti gli sport si vedono da tempo svedesi e finlandesi di pelle nera, tedeschi scuri come turchi e francesi perlomeno sorprendenti. La Francia, per altro, fu il primo, vero esempio di nazionale di calcio multirazziale: nel ’98, quando i Bleus vinsero la Coppa del Mondo, i francesi tutti d’un pezzo, cioè nati in Francia da genitori francesi, erano Barthez, Petit, Blanc e il bretone Guivarc’h. Poi c’erano un armeno (Djorkaeff), un algerino (Zidane), un argentino (Trezeguet), un senegalese (Desailly), un paio di caraibici (Henry e Thuram) e un altro paio di baschi (Deschamps e Lizarazu). L’Italia dell’atletica si è appuntata con orgoglio sul petto le medaglie conquistate nel salto in lungo da Fiona May, inglese di Slough, tifa per Andrew Howe, nato a Los Angeles, per le cubane Libania Grenot e Magdelin Martinez. E un motivo d’orgoglio delle squadre azzurre è la canoista Josefa Idem, da Goch, Germania. Atleti di sport individuali si potrebbe obiettare. Ma se le preoccupazioni di Vicini riguardano lo «spirito di corpo», elemento importante negli sport di squadra, l’esempio del rugby dovrebbe tranquillizzarlo. Diego Dominguez, il fuoriclasse numero 1 del nostro rugby, era nato a Cordoba e aveva giocato nelle giovanili argentine prima di scegliere la maglia azzurra. E con quella sulle spalle non si è mai tirato indietro. Tanti altri argentini sono oggi nella squadra del c.t. Nick Mallett, e con loro giocano un neozelandese e un australiano. L’inno di Mameli è la prima cose che imparano e tutti, a prescindere dal paese di provenienza, lo cantano con impegno e sufficiente passione.
E non è neppure il caso di fare gli schizzinosi: tutti quanti, e in tutti gli sport, arruolano oriundi. E se il Sudafrica, campione del mondo e maggior produttore di rugbisti «fisici», ha affidato il ruolo di pilone sinistro a Tendai Mtawarira, soprannominato The Beast, la bestia, e nato ad Harare, nello Zimbabwe, la questione può considerarsi chiusa. Vicini potrebbe avere però ragione in un caso. Non sarebbe bello se Amauri, di lui in sostanza si parla, scegliesse l’Italia solo perché non lo ha voluto il Brasile. Ma all’attaccante andrebbe comunque concesso il beneficio del dubbio. Per criticarlo ci sarà sempre tempo dopo il Mondiale sudafricano.
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In Sudafrica, tra giugno e luglio, agli ordini di Lippi ci sarà quasi sicuramente Giuseppe Rossi, nato a Teaneck, nel New Jersey, e potrebbero esserci i brasiliani Amauri, da Carapicuíba, e Thiago Motta, da São Bernardo do Campo. Di questi ultimi due Vicini farebbe volentieri a meno, ma sembra più in linea con i tempi Rino Gattuso, che della nazionale, come del Milan, è molto più di un giocatore, quando afferma: «Se anche loro vogliono venire con noi è positivo, vuol dire che l’azzurro piace, attira...».
Sui campi di tutto il mondo e di tutti gli sport si vedono da tempo svedesi e finlandesi di pelle nera, tedeschi scuri come turchi e francesi perlomeno sorprendenti. La Francia, per altro, fu il primo, vero esempio di nazionale di calcio multirazziale: nel ’98, quando i Bleus vinsero la Coppa del Mondo, i francesi tutti d’un pezzo, cioè nati in Francia da genitori francesi, erano Barthez, Petit, Blanc e il bretone Guivarc’h. Poi c’erano un armeno (Djorkaeff), un algerino (Zidane), un argentino (Trezeguet), un senegalese (Desailly), un paio di caraibici (Henry e Thuram) e un altro paio di baschi (Deschamps e Lizarazu). L’Italia dell’atletica si è appuntata con orgoglio sul petto le medaglie conquistate nel salto in lungo da Fiona May, inglese di Slough, tifa per Andrew Howe, nato a Los Angeles, per le cubane Libania Grenot e Magdelin Martinez. E un motivo d’orgoglio delle squadre azzurre è la canoista Josefa Idem, da Goch, Germania. Atleti di sport individuali si potrebbe obiettare. Ma se le preoccupazioni di Vicini riguardano lo «spirito di corpo», elemento importante negli sport di squadra, l’esempio del rugby dovrebbe tranquillizzarlo. Diego Dominguez, il fuoriclasse numero 1 del nostro rugby, era nato a Cordoba e aveva giocato nelle giovanili argentine prima di scegliere la maglia azzurra. E con quella sulle spalle non si è mai tirato indietro. Tanti altri argentini sono oggi nella squadra del c.t. Nick Mallett, e con loro giocano un neozelandese e un australiano. L’inno di Mameli è la prima cose che imparano e tutti, a prescindere dal paese di provenienza, lo cantano con impegno e sufficiente passione.
E non è neppure il caso di fare gli schizzinosi: tutti quanti, e in tutti gli sport, arruolano oriundi. E se il Sudafrica, campione del mondo e maggior produttore di rugbisti «fisici», ha affidato il ruolo di pilone sinistro a Tendai Mtawarira, soprannominato The Beast, la bestia, e nato ad Harare, nello Zimbabwe, la questione può considerarsi chiusa. Vicini potrebbe avere però ragione in un caso. Non sarebbe bello se Amauri, di lui in sostanza si parla, scegliesse l’Italia solo perché non lo ha voluto il Brasile. Ma all’attaccante andrebbe comunque concesso il beneficio del dubbio. Per criticarlo ci sarà sempre tempo dopo il Mondiale sudafricano.
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Samu
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Re: ma ce la meritiamo la Celtic ?
si e poi che palle ragazzi, discorsi triti e contriti e alla fine la conclusione è che siamo italiani e le cose di comune intento non le sappiamo fare, punto.tutte le volte che sia pre il forum c'è dai 3 ai 4 thread sull'argomento celtic e oriundi,come dice Maccio Capatonda : "MOBBASTA" 
Quando la fortuna ragion contrasta, non c'è ragion che alla fortuna basta!!
http://it.youtube.com/watch?v=Q3ip6gwQo6k <---- -i miti non passano mai
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Laporte
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Re: ma ce la meritiamo la Celtic ?
c'è anche un etica che diche che ai mondiali porto i giocatori MIGLIORI non quelli che convengono a qualcuno.... Portare Vosawai ai Mondiali NON centrava nulla con regole e vincere le partite....Chuba ha scritto:Secondo me di vergognoso c'è solo l'atteggiamento di chi vuole essere più realista del re.Laporte ha scritto:Fu la più vergognosa equiparazione di un giocatore alla viglia di un mondiale. Che sviluppo al rugby italiano danbno giocatori così ? Tanto che poi languono, se va bene in nazionale "A".grubber ha scritto:(Non so cos'hanno alcuni, qui, contro vosawai: ha la peste bubbonica?)Laporte ha scritto:Certo eleggibili. Vosawai e C.grubber ha scritto:La federazione l'ha detto esplicitamente, le franchigie servono per la nazionale, pertanto ha sempre parlato di "eleggibili". Stop.
la nazionale ai mondiali non lo uso con profitto (e vista la materia prima non avrebbe potuto), un italiano non potè andare ai mondiali per far spazio a questo polinesiano che se era forte ora era almeno nell NPC (non dico nel S-14 o negli AB's). Unici a giovarne: club e procuratore, avendo ungiocatore di FORMAZIONe ITALIANA in più....
Tutto per il bene del rugby italiano.
Ci sono Gigabyte di interventi su questo argomento, il concetto deve essere: Ci sono delle regole? Le rispettiamo.E all'interno delle regole si fa il meglio per vincere le partite, visto che si tratta di un campionato professionistico e non di una sfilata di mucche di razza. Punto. Il resto è ginnastica per le dita (sulla tastiera, intendo).
Che poi il fatto che tu sia Parmense ti può far vedere le cose con ottica diversa.... quella del tifoso (almeno spero sia solo quella)
cìè anche kilometri di bei discorsi sul far crescere i giocatori italiami
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Laporte
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Re: ma ce la meritiamo la Celtic ?
A forza di riempircxi di starnieri, per forza che NOn abbiamo italiani....JosephK. ha scritto:Comunque, continuando con l'OT, al di là di cosa ognuno pensi di equiparati e co. Wosavay è il nostro attuale secondo miglior numero 8. Non è che nel ruolo abbiamo miliardi di giocatori di "formazione italiana" da nazionale (Zanni spostato di ruolo?).
E comunque, puoi non essere d'accordo ma preferisco un italiano meno forte che un mercenario (per qunato nel professionismo siano tutti mercenari). Amche perchè alla lunga pagherebbe avere giocatori italiani, facendoli giocare.,,,,
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Re: ma ce la meritiamo la Celtic ?
sde non ti piace NON leggere.... Mi paicerbebe sapere se Vosawai avese giocato i un altra città se la penseresti allo stesso modo.Samu ha scritto:si e poi che palle ragazzi, discorsi triti e contriti e alla fine la conclusione è che siamo italiani e le cose di comune intento non le sappiamo fare, punto.tutte le volte che sia pre il forum c'è dai 3 ai 4 thread sull'argomento celtic e oriundi,come dice Maccio Capatonda : "MOBBASTA"
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Re: ma ce la meritiamo la Celtic ?
Lì'articolo è evdintemente stao scritto da una persona disinformata se non ben ispirato. Anzi da un critico televiso, che gioca a fare il tuttologo ma che non sembra conoscere ne la geografia ne lo sport... (e neppure la storia sembrerebbe)luna1984 ha scritto:preso dal corriere della sera:
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MILANO — Dopo l’oriundo è ormai passato anche lo straniero, e la battaglia iniziata da Azeglio Vicini, c.t. azzurro dall’ 86 al ’91, su Il Riformista , rischia di essere di retroguardia. Il mondo è cambiato e il luogo di nascita conta sempre di meno, e se l’uomo che guidò l’Italia nelle notti magiche dell’estate 1990 può avere ancora nella testa, per banali questioni anagrafiche, i flop calcistici delle nazionali a denominazione d’origine meno controllata di sempre (1958: eliminati in qualificazione dall’Irlanda del Nord, 1962: cacciati al primo turno dopo la storica scazzottata con Cile), va pur detto che l’Italia ha vinto il Mondiale nel ’34 con gli argentini Orsi e Monti e quello di 3 anni fa in Germania con l’altro argentino Camoranesi.
In Sudafrica, tra giugno e luglio, agli ordini di Lippi ci sarà quasi sicuramente Giuseppe Rossi, nato a Teaneck, nel New Jersey, e potrebbero esserci i brasiliani Amauri, da Carapicuíba, e Thiago Motta, da São Bernardo do Campo. Di questi ultimi due Vicini farebbe volentieri a meno, ma sembra più in linea con i tempi Rino Gattuso, che della nazionale, come del Milan, è molto più di un giocatore, quando afferma: «Se anche loro vogliono venire con noi è positivo, vuol dire che l’azzurro piace, attira...».
Sui campi di tutto il mondo e di tutti gli sport si vedono da tempo svedesi e finlandesi di pelle nera, tedeschi scuri come turchi e francesi perlomeno sorprendenti. La Francia, per altro, fu il primo, vero esempio di nazionale di calcio multirazziale: nel ’98, quando i Bleus vinsero la Coppa del Mondo, i francesi tutti d’un pezzo, cioè nati in Francia da genitori francesi, erano Barthez, Petit, Blanc e il bretone Guivarc’h. Poi c’erano un armeno (Djorkaeff), un algerino (Zidane), un argentino (Trezeguet), un senegalese (Desailly), un paio di caraibici (Henry e Thuram) e un altro paio di baschi (Deschamps e Lizarazu). L’Italia dell’atletica si è appuntata con orgoglio sul petto le medaglie conquistate nel salto in lungo da Fiona May, inglese di Slough, tifa per Andrew Howe, nato a Los Angeles, per le cubane Libania Grenot e Magdelin Martinez. E un motivo d’orgoglio delle squadre azzurre è la canoista Josefa Idem, da Goch, Germania. Atleti di sport individuali si potrebbe obiettare. Ma se le preoccupazioni di Vicini riguardano lo «spirito di corpo», elemento importante negli sport di squadra, l’esempio del rugby dovrebbe tranquillizzarlo. Diego Dominguez, il fuoriclasse numero 1 del nostro rugby, era nato a Cordoba e aveva giocato nelle giovanili argentine prima di scegliere la maglia azzurra. E con quella sulle spalle non si è mai tirato indietro. Tanti altri argentini sono oggi nella squadra del c.t. Nick Mallett, e con loro giocano un neozelandese e un australiano. L’inno di Mameli è la prima cose che imparano e tutti, a prescindere dal paese di provenienza, lo cantano con impegno e sufficiente passione.
E non è neppure il caso di fare gli schizzinosi: tutti quanti, e in tutti gli sport, arruolano oriundi. E se il Sudafrica, campione del mondo e maggior produttore di rugbisti «fisici», ha affidato il ruolo di pilone sinistro a Tendai Mtawarira, soprannominato The Beast, la bestia, e nato ad Harare, nello Zimbabwe, la questione può considerarsi chiusa. Vicini potrebbe avere però ragione in un caso. Non sarebbe bello se Amauri, di lui in sostanza si parla, scegliesse l’Italia solo perché non lo ha voluto il Brasile. Ma all’attaccante andrebbe comunque concesso il beneficio del dubbio. Per criticarlo ci sarà sempre tempo dopo il Mondiale sudafricano.
a) Deschamps è nato in Francia da genitori FRANCESI . Che poi questi fossero baschi esattamente come i mei sono piemontesi in non c'entra una benamata SEGA. Allora dobbiamo dire che Lo Cicero è Oriundo Siciliano ?
B) DJORKAFEEF era nato in francia come suo padre. Suo nonno o suo Bisnonno era fuggito alla Turchia nel 1915. Dunque NON ERA oriundo per i Francesi. Al limite lo sarebbe stato per la Turchia o L'armenia.
c) Trezeguet e Zidane erano nati in Francia. Se per il primo può ancora essere detto che era poi cresciuto in Argentina, NON per il secondo. Altra affermazione che non vale una CIPPA. Zidane al limite sarenne stato oiurndo per l'Algeria NON per la Francia....
d) Amauri ha già dichiarato che gioca per l'Italia visto CHE non lo chiama il Brasile...
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Carlooo
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Re: ma ce la meritiamo la Celtic ?
una curiosità: ma tu sei italiano? ti chiedo questo perchè commetti un'infinità di errori di ortografia, di sintassi ed a volte pure le forme verbaliLaporte ha scritto:sde non ti piace NON leggere.... Mi paicerbebe sapere se Vosawai avese giocato i un altra città se la penseresti allo stesso modo.Samu ha scritto:si e poi che palle ragazzi, discorsi triti e contriti e alla fine la conclusione è che siamo italiani e le cose di comune intento non le sappiamo fare, punto.tutte le volte che sia pre il forum c'è dai 3 ai 4 thread sull'argomento celtic e oriundi,come dice Maccio Capatonda : "MOBBASTA"![]()
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