calep61 ha scritto:aggiungerei una, anche banale, considerazione sui generis che mi sembra però sia un po' dimenticata nel valutare questo tema delle troppe eclatanti sconfitte italiane.
L'argomento del topic non sono le sconfitte italiane, il tema è nel titolo: qui tra poco le coppe saranno rivoluzionate, e noi dovremo parare il colpo sapendo che di lasciarci qualcosa...
calep61 ha scritto:In una competizione c'è chi vince e c'è chi perde, non vedo per quale motivo i rappresentanti francobritannici (tra i quali, tra l'altro, non vige tutto questo amore!) dovrebbero accordarsi per preferire maggiori club perdenti, almeno sulla carta, rumeni, georgiani o spagnoli invece che tenersi quelli italiani con i quali, tra l'altro, vige un sodalizio da più di un decennio chiamato 6Nazioni. Mettiamola in questo modo, che ci siano dei perdenti predestinati che non siano dei club francesi o britannici nelle competizioni europee non può che far loro piacere, a mio avviso, e l'Italia, in questo momento, sta ricoprendo questo sporco ruolo da sparring partner ideale (io me lo terrei ben stretto, perchè la fila dei possibili sostituti è molto lunga e nutrita); per quale motivo dovrebbero volersi complicare le cose da soli spingendo sull'innalzamento ulteriore di una competizione già costosa in risorse ed energie importati per i club che vi partecipano e che già ora sono impegnati a tenere con fatica il piede nelle due scarpe delle competizioni nazionali e delle competizioni internazionali.
Le coppe non verranno rivoluzionate per aumentare le Nazioni coinvolte o avere perdenti diversi, lo faranno per limitare la competitività delle celtiche in HC, ritenuta eccessiva per questioni di numero di squadre e calendario. La conseguente riorganizzazione della CC sarà inevitabile.
calep61 ha scritto: Mi sembra il solito atteggiamento nazionale disfattista e autocensore che parte dal presupposto che francesi, inglesi, irlandesi, gallesi e scozzesi(non ho dimenticato proprio nessuno) siano popoli socialmente e culturalmente sempre e comunque superiori al nostro e, in questo caso, attenti (loro si, anzichenò) alla sola etica sportiva e della competizione eccelsa; fatevi servire: nella competizione della vita e non solo del rugby, quindi, sono molto più partigiani di quanto non facciano vedere! Non parliamo, poi, di estendere la presenza dei soli club francobritannici che farebbe scemare la valenza delle competizioni da europee a più modesti tornei francobritannici, operazione che non credo possa essere aprezzato dall'IRB che tanto sta facendo per coinvolgere sempre più paesi possibili. Non dimentichiamo che il rugby, sotto questo aspetto, è lontano anni luce dal cugino football che coinvolge, oramai, davvero tutto il globo terrestre.
Nessun riferimento alla superiorità della razza francobritannica, nemmeno loro sono poi così miopi...
calep61 ha scritto:Io mi terrei ben stretti i soldi dell'ERC, cercherei di affrontare le sfide all'insegna del pragmatismo entusiasta di Rossi, Frati e Cavinato (semmai, trovo preoccupante il disfattismo di altri allenatori che non dimostrano interesse particolare verso questi palcoscenici internazionali), offrendo l'opportunità di importanti esperienze per i giocatori italiani e, semmai, auspicherei l'introduzione di meccanismi regolamentari per l'utilizzo dei giocatori delle 2 franchigie non impiegati in prima squadra.
Ecco finalmente una posizione pertinente, addirittura condivisibile nelle buone intenzioni. Peccato che le prospettive a breve saranno altre, meglio forse maggior pragmatismo.