No Alla Celtic League! Si ad un vero campionato

Discussioni sulla FIR e sulle Nazionali, maggiore e giovanili

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feodr
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Re: No Alla Celtic League! Si ad un vero campionato

Messaggio da feodr »

MatR ha scritto:
GiorgioXT ha scritto: Senza copertura TV, senza interesse dei media (tanto è un campionato amatoriale) sarà facilissimo far arrivare nuovi bambini e ragazzi al rugby ....
Ah perché fino ad ora invece? C'è stata copertura tv del campionato italiano? C'è stato interesse dei media? Al di fuori del Gazzettino e del Giornale di Brescia, intendo... A volte ho l'impressione che chi vive molto dentro il rugby da molto tempo non si rende pienamente conto che del campionato italiano già oggi non frega niente a nessuno, al di fuori della cerchia degli amici e delle mogli. I nuovi bambini e ragazzi arrivano soprattutto grazie alle tanto vituperate ospitate televisive che sono la conseguenza esclusiva della Nazionale. Mio figlio fa i suoi bravi concentramenti di minirugby a Calvisano, ma di quello che succede in S10 non gliene frega una mazza: l'unica partita intera che ha visto è stata la finale di Monza dell'anno scorso, ma giusto perché eravamo allo stadio. Ma in tv il S10 fa domire già oggi e non attira nessun bambino. In compenso, il predetto ragazzino appena può non si perde una partita di EDF, di Premiership, di un qualsiasi campionato Sanzar.

La CL ucciderà il campionato italiano? Ho l'impressione che ucciderà un morto...

....c'è sempre il reato di profanazione di cadavere.... :D :D :D :D
turinexile
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Re: No Alla Celtic League! Si ad un vero campionato

Messaggio da turinexile »

feodr ha scritto:
quoto 100% però vorrei capire se siamo d'accordo su un concetto fondamentale.
la crescita del rugby in Italia deve essere indirizzata all'obiettivo di raggiungere (o almeno avvicinare) il livello delle altre nazioni del 6N. Il rugby però lì è un'industria (un po' come il calcio da noi) e quindi i soldi ce li mettono sostanzialmente gli sponsor (privati) intesi sia come sponsorizzatori che proprietari delle squadre. Lì dove non ci sono i soldi dei privati ci vogliono i soldi pubblici se si ritiene di dover far crescere questo sport come qualsiasi altra industria (vedi il settore siderurgico o qualsiasi altra attività economica sovvenzionata in passato dallo stato).
Il quesito è allora se c'è una volontà politica reale di intendere questo sport come un business da far crescere o no, tutto mi pare si riduca a questo....

P.S.
scusate la domanda stupida ma le risorse della FIR vengono esclusivamente dai contributi dei club privati?
Fedor, un'altra differenza: le squadre qui non hanno proprietari, nessuna, dalle franchigie alle locali. Il Direttivo è scelto in base a competenze e a disponibilità (la seconda in particolare per le piccole squadre). I soldi vengono più da individui che da sponsor veri e propri, fatta eccezione per le squadre provinciali, dove i soldi fioccano anche grazie ai risultati (non a caso Munster è sponsorizzato da Toyota e Connacht da Bank Of Ireland).

I soldi pubblici, almeno in parte devono esserci, ma devono essere dispensati in base alla serietà del progetto e non a priori. I soldi pubblici devono essere visti innanzitutto come un investimento nel capitale umano.

Trovo strano che nessuno abbia commentato il fattore scuola: quello si che ti crea un bacino di appassionati e giocatori che permette di innalzare il livello del rugby sotto tutti i punti di vista.
MatR
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Re: No Alla Celtic League! Si ad un vero campionato

Messaggio da MatR »

turinexile ha scritto: I soldi pubblici, almeno in parte devono esserci, ma devono essere dispensati in base alla serietà del progetto e non a priori. I soldi pubblici devono essere visti innanzitutto come un investimento nel capitale umano.
Concordo. Ed è per questo che una crescita vera, strutturale, viene soltanto dall'incontro di progetti seri che vengono dal basso con soldi pubblici che vengono dall'alto: se così accadrà, la CL sarà stata l'opportunità per far crescere strutturalmente il rugby italiano.
La CL sarà inutile e/o dannosa se dovesse servire a far arrivare soldi pubblici a progetti inconsistenti pensati con la logica del "lo Stato deve", oppure se dovesse servire a far divertire privatamente qualcuno che avendo i soldi si è fatto un minimo di strutture e adesso vuole farsi gli affari propri.
turinexile ha scritto: Trovo strano che nessuno abbia commentato il fattore scuola: quello si che ti crea un bacino di appassionati e giocatori che permette di innalzare il livello del rugby sotto tutti i punti di vista.
Dei problemi con le scuole si è parlato in vari luoghi del forum in passato: da qualche parte è possibile leggere le esperienze di chi ha trovato resistenze nelle scuole perché si ritiene il rugby uno sport "violento". Non dimentichiamo che siamo nel paese delle mamme: mamme che "metti la maglia di lana sennò ti raffreddi" ma soprattutto mamme che "io mio figlio non vado mica a vederlo giocare, sto troppo male a vedere tutte quelle botte".

Ma credo che soprattutto ci sia un grave problema di struttura: nelle scuole italiane può spingere gli sport di palestra come volley e basket, quel poco di atletica che si può fare indoor (forse) e la corsa campestre una volta all'anno. Per tutto il resto servono campi e attrezzature che nessuna scuola italiana ha: dove li metti a giocare a rugby, i nostri bambini? Questo è un problema a cui si può ovviare solo tramite il lavoro duro delle società eventualmente presenti sul territorio, che possono però solo andare nelle scuole a parlare: per la pratica bisognerebbe mettere i bambini su un pullman e farli andare al campo. Cosa che si fa da anni con il nuoto, ma in quel caso trattasi di a) sport al coperto e riscaldato, praticabile in ogni stagione... rotolarsi nel fango in pieno inverno? ma scherziamo?? lo si può fare solo per il calcio, perché... perché il calcio è il calcio b) sport diffuso e socialmente accettato, anzi ritenuto uno di quelli "che fa bene".... trovami una mamma italiana - che non sia veneta o aquilana - disposta a dire che il rugby "fa bene"... c) un sacco di amministrazioni comunali hanno costruito piscine per raccattare voti, e poi hanno dovuto precettare le scuole per non andare i bancarotta per i costi di gestione...

Insomma: il rugby nelle scuole italiane incontra importanti ostacoli culturali e strutturali. I secondi sono praticamente insormontabili, sui primi so che ci si sta lavorando in parecchi paesi grazie alla buona volontà e alla passione delle società locali. In più, da qualche parte dovrebbe esserci anche un protocollo d'intesa FIR-Ministero dell'Istruzione, ma non so quale applicazione abbia nella realtà dei fatti. Ma laddove si tratta specialmente di penetrazione nella mentalità, nella cultura più ampia, ecco che ritorna l'importanza di una esposizione mediatica che sia minimamente visibile, e torniamo al discorso 6N e CL.

Per finire, forse si dovrebbe fare più attenzione a una categoria di cui di solito si parla poco o nulla: i docenti di educazione fisica. Non so che cosa la FIR faccia su quel fronte, ma quelli sono opinion makers dentro le scuole che andrebbero coltivati con scrupolo e capillarità.
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PiVi1962
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Re: No Alla Celtic League! Si ad un vero campionato

Messaggio da PiVi1962 »

Consiglio a chiunque voglia vedere come viene gestita una federazione, di leggere le prime pagine del report 2008 della federazione inglese (ma si può anche consultare quelli delle federazioni neozelandese e similari).
http://www.rfu.com/microsites/2008annua ... ection.pdf
Trasparenza innanzitutto: da dove arrivano i finanziamenti e dove finiscono i finanziamenti; mission e obiettivi; risultati.

Se Dondi (o chi per lui) avesse predisposto uno simile report ed un simile piano strategico, pubblicandolo sul sito FIR, tutti saprebbero già in che direzione si intende muovere il rugby italiano, e quindi tutti remerebbero nella stessa direzione.

Invece...
turinexile
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Re: No Alla Celtic League! Si ad un vero campionato

Messaggio da turinexile »

MatR ha scritto: ... Per tutto il resto servono campi e attrezzature che nessuna scuola italiana ha: dove li metti a giocare a rugby, i nostri bambini? Questo è un problema a cui si può ovviare solo tramite il lavoro duro delle società eventualmente presenti sul territorio, che possono però solo andare nelle scuole a parlare: per la pratica bisognerebbe mettere i bambini su un pullman e farli andare al campo. Cosa che si fa da anni con il nuoto, ma in quel caso trattasi di a) sport al coperto e riscaldato, praticabile in ogni stagione... rotolarsi nel fango in pieno inverno? ma scherziamo?? lo si può fare solo per il calcio, perché... perché il calcio è il calcio b) sport diffuso e socialmente accettato, anzi ritenuto uno di quelli "che fa bene".... trovami una mamma italiana - che non sia veneta o aquilana - disposta a dire che il rugby "fa bene"... c) un sacco di amministrazioni comunali hanno costruito piscine per raccattare voti, e poi hanno dovuto precettare le scuole per non andare i bancarotta per i costi di gestione...
E li c'è ancora una differenza: quasi tutte le scuole hanno almeno un campo da rugby/calcio da utilizzare, mentre le altre si attrezzano e fanno attività nel pomeriggio in un campo che, guarda caso non dista mai più di 20 minuti dalle scuole.

A mio avviso abbiamo toccato punti validissimi, quasi quasi sarebbe utile condensarli e inviarli alla FIR ... per revisione.

Al documento di Pivi aggiungo anche quello della IRFU, so che l'ho già postato, ma almeno rendiamo il punto più chiaro: no strategy, no party! A nulla serve avere manager ex-giocatori se non sanno fare un piano trategico basato sulle lacune da colmare e sulle opportunità da sfruttare. Una cosa è giocare, l'altra è pianificare.
http://www.irishrugby.ie/images/content ... lan_08.pdf
GiorgioXT
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Re: No Alla Celtic League! Si ad un vero campionato

Messaggio da GiorgioXT »

turinexile ha scritto:Leggendo alcuni dei vostri commenti mi è venuto in mente che dovevo aggiungere un terzo punto:

3) Scuole: tutte le squadre di rugby sono collegate a scuole (nel mio caso La Salle, nella zone di Churchstown a Dublino Sud). I giocatori delle giovanili (quindi scuole) finiscono direttamente nella squadra associata. Il campionato scolastico ha un seguito notevole e vi è un certo attaccamento a tale campionato anche da parte di ex studenti. Ho dei colleghi che prendono mezze giornate per andare a vedere semifinali e finali di campionati studenteschi. Tali partite sono anche trasmesse in televisione (cavo), canale Setanta.
L'anello mancante fra noi e queste nazioni mi sa che sta proprio li. Non a caso, nel piano strategico della IRFU (si trova sul sito) parla di una penetrazione a livello scolastico di almeno del 90%. Roba non da poco.

A livello di soldi, la federazione distribuisce ben poco, ma le società vanno avanti con quello. I palloni sono metà della squadra e metà nostri, e nessuno si lamenta, anzi. Il resto del materiale lo si compra (quando lo si compra) con i soldi degli sponsor e le nostre quote annuali. I campi di gioco sono di proprietà (nel nostro caso da più di 100 anni) e questo potrebbe fare la differenza.

Non voglio fare il polemico, ma forse in Italia la facciamo troppo complicata. Qui la gente segue in TV solo Heineken Cup, 6 Nation e World Cup, 6N a
parte tutto su Sky, il campionato non se lo filano neanche di striscio. Se lo fanno loro perchè noi dobbiamo essere diversi? Fino a quando non abbiamo una base solida in tutto il Paese, questo modello è cio che ci possiamo permettere.
Vedi, ti ho evidenziato in grassetto le tue affermazioni fondamentali , e se permetti si contraddicono non poco ...
tu prendi come "base solida" cose che sono un sogno lontano da raggiungere per oltre l'80% del rugby italiano ...

PS. è inutile chiedere alla FIR bilanci e consuntivi , nemmeno i consiglieri federali li hanno mai visti... figuriamoci previsioni strategie e budget!
(qualcuno, come ha fatto Marzio Innocenti sul Gazzetino potrebbe chiedere come sono stati spesi i quasi 100 milioni di euro incassati dall'entrata nel 6N ad oggi..)

un modello così esiste già in italia (tranne che per l'aspetto scolastico) , è proprio quello del tanto poco amato veneto... società a proprietà diffusa , campi propri, attenzione ai vivai, tradizione - sono il Petrarca, il San Donà, Paese, Valsugana ecc. ecc. - qui l'eccezione è la Benetton .
Il grosso problema è che ci vuole tanto lavoro e tempo , ed una costanza di investimenti nel tempo che realtà a suo tempo importanti non hanno avuto.
Anzi, abbiamo proprio a portata di mano l'esempio di cosa succede con le "scorciatoie", ovvero facendo una "selezione-franchigia" forte ma senza radici ... l'Amatori Milano/Milan Rugby dei 3 scudetti a proprietà Berlusconi ..... cosa è successo dopo? un danno molto pesante che dura ancor oggi...

Nel frattempo, mi spiegate come la celtic league aiuterà la promozione e la diffusione del rugby ?
turinexile
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Re: No Alla Celtic League! Si ad un vero campionato

Messaggio da turinexile »

GiorgioXT ha scritto: Vedi, ti ho evidenziato in grassetto le tue affermazioni fondamentali , e se permetti si contraddicono non poco ...
Giorgio, il mio punto sta proprio li: evidenziare le differenze strutturali fra una Paese CL e l'Italia. Per far funzionare il modello CL appieno, amio avviso non basta entrare in quel campionato, ma far si che tutto il resto del modello "Rugby Italiano" sia allineato. Non è una cosa che si inventa dall'oggi al domani ed è forse anche per quello che i celtici ci dicono di aspettare il 2010-2011.

La CL non è una soluzione magica, ma un cammino che dobbiamo intraprendere ed è un cammino che chiederà tempo per essere 100% efficiente. In questo cammino dobbiamo costruire un sistema che sia coerente con il modello CL ed è per questo che ho discorso su come le il rugby è gestito in Irlanda, fra campionati, sponsor e scuole.

Con il 6 nazioni siamo si migliorati, ma non cosi tanto come credevamo all'inizio. Stessa storia sarà per la CL, qualche miglioramento per i primi 3/4 anni e poi di nuovo calma piatta. Perchè? Perchè la nazionale è la punta del nostro iceberg e la massima divisione (Top 10 o CL) è quella parte di ghiaccio che sta subito sotto l'acqua. Ma gli altri 8/10 dell'iceberg sono ancora sotto e nessuno li ha ancora "sistemati".

Il sistema sportivo è ben rappresentato da una piramide in cui l'altezza massima dipende molto dalla base. Nel calcio e nella pallavolo il livello italiano è altissimo perchè ci sono un numero incredibile di squadre giovanili e di squadre amatoriali. Queste sono le basi molto ampie che permettono di costruire una piramide altissima in cui in cima sventola la nazionale e, un po più in basso, le squadre di massima divisione che possono far bene a livello europeo e mondiale. Vi sono poi molti altri fattori, ma forse, per il momento, è meglio semplificare il modello.
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Re: No Alla Celtic League! Si ad un vero campionato

Messaggio da Bandini »

turinexile ha scritto: Al documento di Pivi aggiungo anche quello della IRFU, so che l'ho già postato, ma almeno rendiamo il punto più chiaro: no strategy, no party! A nulla serve avere manager ex-giocatori se non sanno fare un piano trategico basato sulle lacune da colmare e sulle opportunità da sfruttare. Una cosa è giocare, l'altra è pianificare.
http://www.irishrugby.ie/images/content ... lan_08.pdf
Francia:
http://www.ffr.fr/index.php/ffr/documen ... financiers
http://www.ffr.fr/var/corporate/storage ... f33fe0.pdf
http://www.ffr.fr/var/corporate/storage ... 775e25.pdf (32 K€ acqua-gas-luce)
Galles:
http://www.wru.co.uk/downloads/pdfs/WRU ... Report.pdf
Scozia:
http://www.scottishrugby.org/aboutus/co ... oad/cid,4/
Italia:
... zero ... A fatica si trova un inutile consolidato CONI 2005 http://www.coni.it/fileadmin/bilancio/B ... s_2005.pdf
"When I was a kid I used to pray every night for a new bycycle. Then I realized that the Lord doesn't work work that way...So I stole a bike and asked him to forgive me." - Emo Phillips
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Re: No Alla Celtic League! Si ad un vero campionato

Messaggio da turinexile »

Italia:
... zero ... A fatica si trova un inutile consolidato CONI 2005 http://www.coni.it/fileadmin/bilancio/B ... s_2005.pdf
:( :( :( Anch'io avevo cercato sul sito della FIR ma, moduli e circolari a parte, non si trova proprio nulla.
GiorgioXT
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Re: No Alla Celtic League! Si ad un vero campionato

Messaggio da GiorgioXT »

turinexile ha scritto:
Giorgio, il mio punto sta proprio li: evidenziare le differenze strutturali fra una Paese CL e l'Italia. Per far funzionare il modello CL appieno, amio avviso non basta entrare in quel campionato, ma far si che tutto il resto del modello "Rugby Italiano" sia allineato. Non è una cosa che si inventa dall'oggi al domani ed è forse anche per quello che i celtici ci dicono di aspettare il 2010-2011.

La CL non è una soluzione magica, ma un cammino che dobbiamo intraprendere ed è un cammino che chiederà tempo per essere 100% efficiente. In questo cammino dobbiamo costruire un sistema che sia coerente con il modello CL ed è per questo che ho discorso su come le il rugby è gestito in Irlanda, fra campionati, sponsor e scuole.

Con il 6 nazioni siamo si migliorati, ma non cosi tanto come credevamo all'inizio. Stessa storia sarà per la CL, qualche miglioramento per i primi 3/4 anni e poi di nuovo calma piatta. Perchè? Perchè la nazionale è la punta del nostro iceberg e la massima divisione (Top 10 o CL) è quella parte di ghiaccio che sta subito sotto l'acqua. Ma gli altri 8/10 dell'iceberg sono ancora sotto e nessuno li ha ancora "sistemati".
E' giusto quello che scrivi , molto giusto ... il problema è che c'è la certezza che per la Celtic League serviranno risorse importanti , mentre non solo siamo lontani dal sistemare gli 8/10 dell'iceberg , nè vi è alcunchè al riguardo da parte della Federazione nemmeno come proposta (e i pochi fatti dicono il contrario, vedi ristrutturazione campionato u20)... anzi, ti dirò che sono convinto che la CL venga fatta anche per non affrontare i problemi del resto del movimento.
Se anche solo 4 anni fa avessimo iniziato a costruire "il sistema" in modo coerente ed efficiente (mi servono più giocatori? premio le società che li producono, non faccio le "deleghe" ... voglio più italiani in nazionale ad alto livello? non aspetto di vedere squadre con 14 stranieri per mettere un limite ... ed gli esempi sono tanti) saremmo già ora in condizioni molto migliori.
Se permetti , visto i risultati, non sono per nulla tranquillo ad avere una CL e l'arrivo alla CL gestita da questa dirigenza della FIR.
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Re: No Alla Celtic League! Si ad un vero campionato

Messaggio da supermax »

GiorgioXT ha scritto:Se anche solo 4 anni fa avessimo iniziato a costruire "il sistema" in modo coerente ed efficiente (mi servono più giocatori? premio le società che li producono, non faccio le "deleghe" ... voglio più italiani in nazionale ad alto livello? non aspetto di vedere squadre con 14 stranieri per mettere un limite ... ed gli esempi sono tanti) saremmo già ora in condizioni molto migliori.
Se permetti , visto i risultati, non sono per nulla tranquillo ad avere una CL e l'arrivo alla CL gestita da questa dirigenza della FIR.
In effetti, quello che fa più rabbia non sono i pochi risultati positivi della nazionale maggiore ma il fatto che questi 10 anni sono stati quasi del tutto persi per quanto riguarda la rifondazione del settore giovanile. Se il discorso Accademie fosse stato avviato subito e con maggiore diffusione sul territorio nazionale, se invece di buttare soldi con santoni o presunti tali a fare da Ct della nazionale maggiore fossero stati fatti investimenti su tecnici stranieri specializzati nel settore giovanile e fosse stato dato loro in mano tutto il movimento di base (il pur volenteroso Coste da solo non basta) forse avremmo una struttura juniores coerente e dove i fondamentali individuali e di squadra vengono insegnati veramente. Soprattutto, forse avremmo formato anche dei veri allenatori a livello under, invece di dare in mano i bambini ad ex giocatori volenterosi e magari con una gran carriera alle spalle che però non sanno insegnare il rugby perché quello è un mestiere diverso che va anch'esso imparato e non dato per scontato.
turinexile
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Re: No Alla Celtic League! Si ad un vero campionato

Messaggio da turinexile »

Quindi tirando le somme:

1) Investire sullo sviluppo giovanile: campionato e accademie
2) Più presenza nelle scuole
3) Struttura FIR capace di supportare i punti qui sopra
4) Incitare le squadre a produrre piuttosto che importare
5) Campionati più competitivi (S10 o CL che sia)

Se ho capito bene, l'idea di molti e che questo sia il cammino da eseguire.

Secondo voi come si raggiungono questi obiettivi? Il punto 1 in parte può essere aiutato dalla CL se vi è anche un campionato U20. A priori, cmq, bisogna rifondare il settore giovanile, ma come? Quali sono i criteri da seguire per avere un settore giovanile che ispiri i giocatori a partecipare e a restare?
DVD
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Re: No Alla Celtic League! Si ad un vero campionato

Messaggio da DVD »

anche se da lontano, ho il sentore che molti club di S10, per difendere interessi di cortile, remino contro a tutte le iniziative che possano fare bene al rugby italiano.
Inoltre, come già scrissi un bel pò di tempo fà, non capisco perchè a Roma e Parma ci siano due squadre professioniste, spreco di soldi e materiale umano.
Quindi, se nn si mettono da parte antipatie ed interessi personali, no si andrà mai da nessuna parte.
GiorgioXT
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Re: No Alla Celtic League! Si ad un vero campionato

Messaggio da GiorgioXT »

turinexile ha scritto:Quindi tirando le somme:

1) Investire sullo sviluppo giovanile: campionato e accademie
2) Più presenza nelle scuole
3) Struttura FIR capace di supportare i punti qui sopra
4) Incitare le squadre a produrre piuttosto che importare
5) Campionati più competitivi (S10 o CL che sia)

Se ho capito bene, l'idea di molti e che questo sia il cammino da eseguire.

Secondo voi come si raggiungono questi obiettivi? Il punto 1 in parte può essere aiutato dalla CL se vi è anche un campionato U20. A priori, cmq, bisogna rifondare il settore giovanile, ma come? Quali sono i criteri da seguire per avere un settore giovanile che ispiri i giocatori a partecipare e a restare?
1 -A : Campionati under 16 , 18 e 20 a struttura meritocratica nazionale , un girone da 14 squadre "elite" con titolo assegnato a chi fa più punti (no playoff), 2 gironi a scendere con promozioni-retrocessioni. In questo modo si finisce con le partite da 100-0 e con le "coppette del nonno" , vince chi è costantemente più competitivo (e non perchè in una semifinale o finale trovi l'arbitro compiacente o complice) gironi territoriali per il resto, sempre con promozioni e retrocessioni.
Sostegno dalla FIR per i costi delle trasferte : bonus "distanza" (così chi fa più strada avrà più soldi)
1 -B : Formazione italiana , o non si è mai stati tesserati o si deve essere stati tesserati FIR prima dei 16 anni compiuti (così permettiamo al ragazzo albanese o spagnolo o tedesco venuto in italia per vivere con la famiglia di giocare come tutti gli altri italiani, ma impediamo di usare la U20 come "lavatrice di formazione" per chi compra i sudafricani o argentini a 18 anni)
1 -C : Trasferimenti fra società a titolo oneroso già dalla Under18 (così evitiamo di avere delle U17 con 2 giocatori del posto ed il resto da mezza italia)
1 -D : Parametri per i trasferimenti : lasciati alla trattativa (se ho formato il "fenomeno" ho diritto di vedermelo pagato , però una società può essere molto più invogliata a puntare su un giovane se invece di cacciare 23.000 € subito ne paga chessò 5000 ed il resto a risultati o % del compenso) = maggiore convenienza degli italiani di formazione -> maggiore presenza nelle squadre -> meno ragazzi che smettono
1 -E : Accademia nazionale concepita come centro di eccellenza e verifica , non come soggiorno riservato a pochi (copiamo da Marcoussis) lo staff (che andrà ampliato) deve girare fra le varie squadre e società ed utilizzare Tirrenia come punto di analisi e verifica . Sostegno alle società per migliorare e sviluppare i settori tecnici giovanili (a prescindere da denominazioni "accademie" o meno) cessazione del "pensiero unico" tecnico , visto che saranno i campi a dare indicazioni reali della validità delle strategie.
1 -F : Con campionati a 14 squadre senza barrage e playoff (perchè meritocratici) e senza pause per il 6N, si liberano più di 2 mesi che potrebbero essere dedicati a
tornei internazionali con squadre delle altre 5 nazioni , e/o a lavoro su selezioni nazionali (invece che 25 chiusi a Tirrenia ad allenarsi senza contrasto, 3 e poi 4 squadre da 26 ad incontrarsi)
1 -G : Cessazione delle deleghe per obbligatorietà a partire dalla serie C , se uno vuole progredire deve investire sul vivaio.
1 -H : Equiparazione delle ore di educazione fisica come ore di allenamento , cioè , se sono iscritto ad una società ed è verificata la mia presenza alle partite ecc.
le ore di allenamento mi vengono calcolate come ore di scuola (ci sarebbe una enormità di cose da fare riguardo alla scuola, ma questa è l'unica fattibile , perchè non costa e fa risparmiare ... per tutto il resto parlare di impianti quando non ci sono i soldi per mettere a norma...)

e ne avrei parecchie altre di idee...
Laporte
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Re: No Alla Celtic League! Si ad un vero campionato

Messaggio da Laporte »

Bandini ha scritto:
turinexile ha scritto: Al documento di Pivi aggiungo anche quello della IRFU, so che l'ho già postato, ma almeno rendiamo il punto più chiaro: no strategy, no party! A nulla serve avere manager ex-giocatori se non sanno fare un piano trategico basato sulle lacune da colmare e sulle opportunità da sfruttare. Una cosa è giocare, l'altra è pianificare.
http://www.irishrugby.ie/images/content ... lan_08.pdf
Francia:
http://www.ffr.fr/index.php/ffr/documen ... financiers
http://www.ffr.fr/var/corporate/storage ... f33fe0.pdf
http://www.ffr.fr/var/corporate/storage ... 775e25.pdf (32 K€ acqua-gas-luce)
Galles:
http://www.wru.co.uk/downloads/pdfs/WRU ... Report.pdf
Scozia:
http://www.scottishrugby.org/aboutus/co ... oad/cid,4/
Italia:
... zero ... A fatica si trova un inutile consolidato CONI 2005 http://www.coni.it/fileadmin/bilancio/B ... s_2005.pdf
Abbiamo molto d aimparare, ma anche se paragonassi la gestioen dei club italiani conquelli francesi, avremmo analoga "proporzione"
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